
Tetto in eternit: cosa si deve fare?
Quando si scopre di avere una parte di tetto o di altra copertura in cemento-amianto, più conosciuto come “eternit”, scatta immediatamente la preoccupazione in relazione ai rischi per la salute derivanti dall’esposizione alle fibre di amianto, notoriamente cancerogene. L’effettiva pericolosità è da determinarsi con un accertamento accurato sullo stato di conservazione e compattezza della struttura.
Come riconoscere l’amianto
Alcuni manufatti possono sembrare in amianto quando, in realtà, sono semplici lastre ondulate in altri materiali. In questo caso esse dovrebbero presentare la marcatura “Asbestos free” che, però, non sempre è presente. Se si è in dubbio sulla natura di un tetto, una copertura, una tubazione, è consigliato rivolgersi a una ditta specializzata in smaltimento amianto, in modo da accertarsi dell’effettivo materiale di costituzione della struttura. In alcuni casi può essere necessario eseguire un campionamento e rivolgersi a un laboratorio abilitato.
Obbligo di rimozione dell’eternit
Una volta appurato che un edificio di proprietà include una parte in amianto, scatta l’obbligo di verifica dello stato di conservazione del manufatto. In Lombardia, così come in altre regioni italiane, è necessario notificare alla sede ASL di competenza la presenza dell’amianto, nell’ambito dell’operazione di censimento in atto. La mancata comunicazione comporta, per il proprietario, una sanzione amministrativa che va da 100 a 1.500 euro.
In concomitanza con l’autonotifica, in base all’indice di degrado stabilito in fase di valutazione dello stato di conservazione è obbligatorio intervenire con la bonifica o isolamento del manufatto in amianto e con il suo smaltimento. Successivamente sarà possibile procedere con la realizzazione di una nuova copertura in lamiera o in altro materiale sicuro.