In Italia sono più di 3000 le grandi aziende e le PMI a forte consumo di energia che possono usufruire delle agevolazioni per le imprese energivore previste a livello nazionale.
Per appurare, però, se la propria azienda sia da considerarsi energivora e, quindi, possa beneficiare delle facilitazioni dedicate al settore, è necessario riferirsi a un decreto legge entrato in vigore all’inizio del 2018 e che ha ridefinito il settore.
La definizione di impresa energivora dopo il DL del 2018
Prima di questa data, la qualifica di ‘energivore’ era attribuita alle imprese con un consumo annuo uguale o superiore ai 2,4 GWh solo nel caso in cui il costo dell’energia avesse un rapporto con il fatturato del 3% o superiore.
Dal gennaio del 2018, invece, in adeguamento alle disposizioni dell’Unione Europea, un’impresa viene definita energivora quando il consumo è di almeno 1 GWh.
Per rientrare nella definizione, poi, è necessaria l’appartenenza ai settori indicati negli allegati 3 e 5 del decreto, che comunque includono la stragrande maggioranza dei compartimenti manifatturieri e minerari.
Agevolazioni per gli energivori
La Strategia Energetica Nazionale prevede diverse azioni che si articolano su più fronti e che hanno per obiettivo l’efficientamento e la sostenibilità del sistema energetico italiano mirando, al contempo, al rilancio dell’industria.
In questa cornice si inseriscono la diagnosi energetica obbligatoria e le riduzioni sugli oneri in bolletta per le aziende energivore.
Le agevolazioni sono distinte per due tipi di imprese: quelle che hanno un costo dell’energia pari ad almeno il 20% del Valore Aggiunto Annuo e tutte le altre.
All’atto pratico, la clausola VAL fa in modo che le aziende possano pagare un contributo per le energie rinnovabili proporzionale al risultato economico.
Per le altre imprese energivore, invece, gli sconti si basano ancora sul rapporto tra costo dell’energia e fatturato.
Bonus energivori ed efficienza energetica
Il calcolo delle classi di agevolazione, inoltre, tiene conto di ulteriori criteri.
Innanzitutto il costo medio dell’energia indicato dall’ARERA, ma anche l’indice di efficienza dei consumi stabilito dall’ENEA.
Questo fattore è decisivo per far sì che siano le aziende più efficienti dal punto di vista energetico a ricevere maggiori sgravi sugli oneri di sistema.
Da ultimo, però, è fondamentale sottolineare che le riduzioni dei costi dell’energia non possono né devono sostituire una strategia aziendale che miri all’ottimizzazione dei consumi.
Solo una prospettiva di ampio respiro, infatti, può garantire a imprese energivore e non un effettivo vantaggio a lungo termine sul decremento delle spese e un passo avanti verso processi di produzione più efficaci ed ecosostenibili.