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Dal 1992, in Italia, è proibito estrarre, lavorare e utilizzare l’Eternit nella costruzione di qualsiasi edificio. Da allora si sono susseguite una serie di norme che hanno sancito gli obblighi di legge per la valutazione del rischio e la bonifica dell’amianto.

Ripercorriamo in breve, quindi, quali sono e come si svolgono le attività regolamentate per il controllo di questo materiale dannoso sia che si tratti di strutture private, pubbliche o aziendali.

Verifica della presenza e valutazione del rischio: il censimento dell’amianto
In quasi 30 anni la legislazione sulla bonifica dell’Eternit si è arricchita di normative specifiche che però non possono prescindere dalla prima, importantissima fase ovvero una sorta di inventario dell’amianto: la sua individuazione e la valutazione specifica del fattore di rischio.

Non è detto che su qualsiasi struttura contenente amianto siano obbligatori interventi di bonifica, ma è necessaria una verifica particolarmente accurata ad opera di professionisti per poterlo sancire con certezza.

Imprese qualificate come CL Coperture, infatti, effettuano un sopralluogo che ha per scopo una perizia nella quale vengono presi in considerazione lo stato del materiale, la funzione dell’edificio e l’estensione dell’area contenente Eternit.

Quando è obbligatorio per normativa l’intervento di bonifica dell’amianto: privati e aziende
I materiali valutati come integri possono essere o meno suscettibili di danneggiamento, in questo caso è necessaria l’eliminazione delle cause di possibile deterioramento e la pianificazione di controlli e manutenzioni periodiche.

Se il sopralluogo ha, invece, riscontrato la presenza di amianto friabile o degradato saranno necessari, a seconda dell’ampiezza dell’area interessata, restauri e bonifiche.

Come bonificare l’amianto friabile: rimozione, incapsulamento e confinamento
Le leggi italiane in materia di amianto hanno anche contribuito a dettagliare le attività efficaci alla bonifica degli edifici contenenti Eternit e da chi debbano essere svolte.

In questo caso, a scegliere la tipologia di intervento più adeguata in ogni occasione, sarà un’azienda altamente specializzata, iscritta all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali.

Una volta verificato il pericolo esistente si può provvedere, infatti, alla rimozione, all’incapsulamento o al confinamento dell’amianto.

La rimozione consiste nell’asportazione dei manufatti contenenti Eternit e deve seguire procedure a norma di legge, al fine di tutelare la sicurezza di clienti e lavoratori.

Contenimento e incapsulamento, invece, sono operazioni che lasciano l’area da bonificare in sede e realizzano barriere di isolamento. Questo avviene, in un caso, con apposite vernici di cui si stendono molteplici strati di diverso colore, nell’altro, tramite la realizzazione di vere e proprie opere murarie di contenimento.

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